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Immagine del redattoreSalvo Puccio

PAREIDOLIA: una bella "malattia"!

A volte capita di stare in giro, con la reflex al collo, e di non trovare granchè da fotografare. Anche se la street-photography (fotografia di strada) offre continuamente degli spunti, non sono rare le volte in cui ci si sente addosso una brutta sensazione. E’ quella che vi fa pensare: “Oggi torno a casa senza nemmeno una fotografia!

Beh, in questi casi ci si può ingegnare, a patto di avere un requisito fondamentale: la pazienza.

E’ un po' come andare a pesca: puoi stare ore con la canna in mano e non prendere nulla, o stare dieci minuti e tirare su un bestione di qualche chilo. Ok, diciamo che in questo caso, di mezzo, c’è anche la fortuna.

Ma perché parlavo di “pazienza”? Perché oggi parliamo di PAREIDOLIA, che – per chi ne sconoscesse totalmente il significato – non è affatto una brutta malattia.


Nel cielo di Vienna, ecco apparire un bel cuore "camuffato" da nuvola.


Vi faccio un netto copia-incolla di cosa ne pensa Wikipedia a riguardo: “La pareidolia o illusione pareidolitica (dal greco εἴδωλον èidōlon, "immagine", col prefisso παρά parà, "vicino") è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.”

Nel cielo di Catania, a me pare di vederci un bel cavalluccio marino di color arancione.


Per la dirla in maniera semplice, invece, la “pareidolia” è quella illusione che vi fa “vedere” un arancino quando state guardando un faraglione in mezzo al mare (da buon catanese non potevo fare un esempio diverso) oppure un cuore quando ammirate una nuvola in cielo.

Sbalordisce, realizzare quante siano le possibili “figure” da scovare, una volta recepito il meccanismo. Fin quando non te ne accorgi la prima volta, o te lo fanno notare, potresti anche non percepire mai nulla. Ti sembra tutto normale, e in effetti lo è.


Ma, una volta entrati dentro il “gioco”, vi assicuro che le immagini verranno da voi… da sole.

Personalmente prediligo due tipi di pareidolia (non so quante ce ne siano e forse non esiste nemmeno un elenco) e sono: quella che si manifesta sulle nuvole e quella sulle superfici in pietra.

Nella parte destra del faraglione a sinistra, sembra esserci il profilo di un volto umano.



Qui non ci sono tecnicismi da spiegare, perché – solitamente – la pareidolia è un fenomeno da pieno giorno. Difficile scorgere forme o profili di notte, no?

E così non sono i tempi di esposizione o gli iso,a doverci preoccupare: bensì il nostro tempo di reazione.


Perché se è vero che una pareidolia rivelatasi su una parete rocciosa non può scappare, quella su una nuvola… sì, eccome. Perché le forme sulle nuvole sono instabili, queste cambiano continuamente, a volte nel giro anche di pochissimi secondi. Se non sarete veloci a scattare, quindi, è probabile che il vostro cuore diventi una massa informe di colore bianco.

Torniamo al discorso della “pazienza”. Naturalmente la pareidolia non è un fenomeno che si manifesta sempre o per forza: bisogna “aspettarla” e possedere ANCHE una buona dose di fantasia. E solo a quel punto usciranno fuori, come in uno stereogramma, le immagini più disparate: volti, profili, cani, giraffe e chi più ne ha più ne metta.

Al centro di tutto questo filo spinato sembra esserci almeno un cuore, forse anche due.



A quel punto dovrete decidere solo una cosa: fotografare la pareidolia in primo piano ed esaltarne la forma (e magari dibatterne con gli amici sui social) oppure inserirla nel contesto in cui si trovava, mostrando anche il resto del cielo e, perché no, pure cosa c’era sotto.

Le immagini con pareidolia sono molto “social” perchè - come detto poco prima - creano un dibattito con i vostri amici. Perché laddove voi ci vedete un gatto, non è detto che loro non ci vedano un papero o una mano. Non solo: spesso, dove voi avevate visto UNA SOLA FORMA, loro ne troveranno altre e quando ve ne accorgerete pure voi, direte: “Cavolo, io ero lì, come ho fatto a non accorgermene in diretta?


Naturalmente i discorsi fatti “in aria”, ossia rivolti alle immagini scattate al cielo e alle nuvole, possono essere fatti anche con quelli “in terra”, e quindi con formazioni rocciose, pareti, ombre etc.

Nella parte alta, al centro, sembra esserci il profilo di un bambino che guarda verso il cielo. All'altezza del suo collo, invece, ecco apparire l'immagine di un animale simile a un cane,

con il naso leggermente allungato.



Personalmente, trovo un vero paradiso terrestre degli amanti della pareidolia (fotografica e non), il sito della Rocca dell’Argimusco, vicino al paese di Montalbano Elicona, in provincia di Messina. Questo sito è davvero stracolmo di formazioni rocciose, alcune anche enormi, nelle quali potete scovarci veramente di tutto. Alcune sono veramente EVIDENTI, altre meno e altre ancora, secondo me, ancora da scoprire per chi avrà fantasia e occhio fine. Fateci un salto se potete, soprattutto al tramonto.

Rocca dell'Argimusco: al centro esatto della foto è possibile scorgere il profilo intero di una donna, con le mani giunte, come se stesse pregando.



Concludendo: quando pensate che la vostra uscita fotografica stia andando maluccio, quando credete che avete perso due ore della vostra vita senza portare a casa nemmeno una immagine, fate una cosa: alzate il naso all’insù, e… aspettate che “passi” qualcosa.

"Mi è semblato di vedele un gatto appostato!", nella parte bassa del muro colorato a sinistra.


Alla prossima.

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